Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XXI – 27 gennaio 2024.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Dolore neuropatico: scoperto un nuovo
meccanismo connesso all’orologio circadiano. Era noto che
alterazioni della regolazione circadiana da parte del nucleo soprachiasmatico
dell’ipotalamo potevano influire sullo stato di dolore neuropatico cronico, ora
Wakaba Yamakawa e colleghi riportano che i topi con
deficit di Period2 (Per2m/m) non sviluppano iper-sensitività
tattile nemmeno dopo danno ai nervi periferici. In questi topi il recettore
adrenergico α1D era iper-espresso nel midollo spinale e portava ad un’aumentata
produzione dell’endocannabinoide 2-AG: questo aumento sopprimeva l’ipersensibilità
al dolore causata dalla legatura parziale del nervo sciatico. In sintesi, lo
studio ha rivelato un ruolo dell’orologio circadiano nel dolore neuropatico e
suggerisce un legame tra la segnalazione mediata dal recettore α1D e il
sistema endocannabinoide. [Cfr.
Wakaba Yamakawa et al. PNAS Nexus, Volume 3, Issue 1, pgad482, January 2024].
Come il sonno è regolato dalla microglia,
ossia dalle cellule immunitarie del cervello. Il
sonno e l’attività immune interagiscono reciprocamente, ma finora non era stato
identificato alcun meccanismo specifico dell’interazione sonno-microglia.
Chenyan Ma e colleghi hanno dimostrato nel topo che la microglia può
regolare il sonno attraverso un meccanismo che implica la soppressione
della neurotrasmissione noradrenalinica, la segnalazione del Ca2+
intracellulare e Gi-accoppiato GPCR. Tutta la sperimentazione
dimostra che la microglia può regolare il sonno mediante interazioni
reciproche con la trasmissione noradrenergica. [Cfr. Ma C. et al. Nature
Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-023-01548-5, 2024].
Perché le donne più spesso degli uomini
rimangono coscienti in anestesia generale? Andrzej Z. Wasilczuk e colleghi hanno rilevato che il cervello delle
donne e delle femmine del topo è resistente agli effetti ipnotici degli
anestetici volatili. Sappiamo che le differenze sessuali nella sensibilità agli
anestetici sono in gran parte dovute agli effetti degli ormoni sessuali, ma
sappiamo anche che la registrazione elettroencefalografica della corteccia che
si impiega in clinica non rileva queste differenze. Wasilczuk
e colleghi hanno rilevato e dimostrato che i siti sottocorticali presentano
specifici patterns di attività sessualmente dimorfica sotto anestesia. È
questa “resistenza coperta” agli anestetici del cervello femminile, che spiega
la più frequente conservazione della coscienza. [Cfr. Wasilczuk
A. Z., et al. PNAS USA – AOP doi: 10.1073/pnas.2312913120, 2024].
Ciclo sonno-veglia: la trascrittomica
rivela un ruolo di regolazione della glia. Joana Dopp e colleghi hanno studiato il profilo trascrittomico di
singole cellule del “cervello” di Drosophila attraverso il ciclo
sonno-veglia, in quattro specifici tempi circadiani. La glia è risultata essere
un sito di integrazione tra processi omeostatici e processi circadiani
che determinano le dinamiche del ciclo sonno-veglia. [Cfr. Dopp J. et al. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-023-01549-4,
2024].
RASr:
nuovo sistema per evitare le attese in neurologia pediatrica.
L’accesso alla neurologia pediatrica, negli USA come in Europa, è ancora limitato
e i piccoli pazienti non ricoverati possono attendere fino a sei mesi per una
visita, un controllo, un adeguamento o un cambiamento di terapia. Per risolvere
questo annoso problema, Trevor Slater e colleghi hanno messo a punto un sistema
di programmazione che consente di effettuare le prenotazioni e controllare l’efficienza
del servizio direttamente dai professionisti neuropediatri
e dagli studi medici di consulenza neurologica, come outside
providers delle istituzioni sanitarie. Il sistema, basato sul web e
automatizzato, è detto RASr (Rapid Access Scheduler) ed è sviluppato su una pianificazione a
calendario che consente ai medici di avere un quadro, momento per momento, delle
richieste e poter prenotare direttamente uno slot di visita alla volta per
i piccoli pazienti in attesa. [Cfr. Neurology Clinical Practice 14 (1):
e200233, Feb., 2024].
Un video dell’unico caso di un uccellino
ginandromorfo vivente dalla doppia livrea. A Villamaria, nel dipartimento di Caldas in Colombia, è stato
avvistato e ripreso in video e fotograficamente uno straordinario esemplare ginandromorfo
del rampicante verde o green honeycreeper
(Chlorophanes spiza),
che presenta il lato destro con la tipica livrea del maschio e quello sinistro
col piumaggio delle femmine. L’effetto “metà maschio e metà femmina” è impressionante
proprio per il marcato dimorfismo sessuale di questa specie, che fa sembrare
maschio e femmina due tipi di uccelli diversi. Il maschio, infatti, è
caratterizzato da quella tinta azzurro-turchese che vira al verde detta in Sudamerica
“aqua blue”, e da una calottina nera che scende a
coprire la guancia e giunge alla gola. La femmina è invece di
un verde chiaro, non ha la testa nera ed è meno slanciata.
Il rampicante verde è un uccellino tropicale
del Nuovo Mondo della famiglia dei Traupidi (Thraupidae), cui appartengono anche i famosi
Fringuelli di Darwin, ed è considerato l’unico membro del genere Chlorophanes. Questo caso di ginandromorfismo bilaterale,
che si ritiene dovuto a un errore meiotico con doppia fecondazione, è il
secondo conosciuto e l’unico costituito da un esemplare vivente di questa specie[1].
Anche se il comportamento inizialmente non è apparso tanto diverso da quello
degli altri membri della specie, ora si ritiene che si debba proseguire l’osservazione
per avere dati di certezza su probabili particolarità comportamentali. [BM&L-Italia, gennaio 2024].
Come
riposa il cervello di un pinguino che non va mai a dormire. Un adattamento sorprendente consente a una specie
di pinguino nidificante, il Pygoscelis antarticus, di vigilare tutto il giorno per l’avvistamento
di prede senza rinunciare a 11 ore di sonno nelle 24 ore. Il suo cervello entra
per qualche secondo in uno stato di sonno (micronaps)
per oltre 10.000 volte al giorno: sommando tutte queste micropause
della veglia si arriva a circa undici ore, senza che il pinguino vada mai a
dormire. [Fonte: Jake Buehler, ScienceNews; BM&L-Italia,
gennaio 2024].
Brain Gain:
le grandi acquisizioni della ricerca neuroscientifica in Europa.
Horizon, la rivista della ricerca scientifica dell’Unione Europea (EU),
ha celebrato alcuni tra i maggiori traguardi raggiunti in Europa nel campo
delle neuroscienze entro la fine del 2023. Si menzionano gli studi condotti a
Milano sulla coscienza sviluppati a partire dall’indice PCI (successivamente aggiornato)
di Marcello Massimini e Giulio Tononi per individuare la presenza di minima attività
cosciente nel coma; i progressi compiuti a Marsiglia nel campo dell’epilessia;
le tecnologie messe a punto ad Amsterdam per un parziale recupero della visione
nei ciechi. Ma lo spazio maggiore è stato dedicato all’iniziativa Human
Brain Project (HBP) che riceve il contributo di 155 organizzazioni
scientifiche di 19 paesi diversi e sta affrontando lo studio della patologia
del cervello che affligge circa 165 milioni di Europei, indagando dall’Alzheimer
all’ictus, dalla depressione alla dipendenza da sostanze psicotrope d’abuso.
Con un budget di oltre 600 milioni di
euro, usando tecnologie cutting-edge (dall’high
performace computing alla neurorobotica),
HBP sta realizzando lo “Human Brain Atlas” caratterizzato da mappe 3D che
rivelano struttura, funzione e connessioni con una risoluzione e una precisione
di dettaglio mai raggiunta in precedenza. [Fonte: Horizon;
BM&L-International, 2024].
Il mito di Amaltea costituisce uno
spunto per risalire a un processo mentale degli antichi.
Amaltea era in origine una capra, poi questo nome fu dato a una ninfa, così
qualcuno pensò bene di razionalizzare i racconti più antichi sostenendo che la
capra fosse di proprietà della ninfa. La tradizione più seguita narra di Zeus
infante nutrito sul monte Ditte o Ida a Creta da una capra con doti
soprannaturali, dalle cui corna sgorgavano il nettare e l’ambrosia, ossia i due
nutrimenti specifici degli dei immortali. A distanza di molti secoli, nel mondo
latino furono create altre storie sul soggetto di Amaltea: Publio Ovidio Nasone
immagina che un gigantesco corno della prodigiosa capra si sia accidentalmente
rotto e delle ninfe abbiano riempito la sua cavità con della frutta da donare
al piccolo Zeus, identificato con Giove. Da questa idea e dalle sue numerose
rielaborazioni seguenti prende origine la figura della cornucopia o “corno dell’abbondanza”.
Antropologicamente il mito di Amaltea ci
riporta alla transizione dall’epoca della divinizzazione di animali, o zoolatria,
a quella dell’idolatria di persone potenti o speciali, divenute poi le divinità
pagane classiche sistematizzate nella Teogonia di Esiodo. Da un punto di
vista psicologico rivela la propensione infantile a interpretare in chiave
magica un fenomeno suggestivo o sorprendente: un bambino non conoscendo l’uso
degli adulti di svuotare un corno e riempirlo di frutta e cibo da asporto, come
contenitore da portare in viaggio, poteva essere impressionato nel vedere ogni
ben di Dio uscire da un corno e fantasticare sull’origine di quei doni, come
può accadere oggi ai più piccoli nel vedere svuotare una calza della Befana.
Chi ha messo per iscritto il racconto (mythos) non ha fatto altro che indulgere al pensiero
infantile, come sovente accade in quel gioco d’arte che è la letteratura;
evidentemente con un grado di prossimità mentale al senso di quella
dimensione “poietica” verosimilmente maggiore di quello degli autori del genere
fantasy dei nostri giorni. [BM&L-Italia,
gennaio 2024].
Un errore di molti che rende impossibili
trame cinematografiche e televisive. Un tema che
ricorre nelle trame di molte produzioni cinematografiche italiane e straniere è
quello del protagonista che è attratto o innamorato alla sola vista di una
persona che ha ricevuto un trapianto di cornea dalla propria moglie deceduta;
come se vi fosse stato un fantascientifico e impossibile trapianto degli occhi
con le palpebre e gli annessi oculari e non solo di un mezzo diottrico esterno
trasparente e virtualmente indistinguibile e identico in tutte le persone. In
realtà, quando comunemente si parla di occhi grandi o piccoli ci si riferisce alle
dimensioni dell’apertura della rima palpebrale, e quando si dice “occhi azzurri”,
“occhi neri”, “occhi verdi”, ci si riferisce al colore dell’iride: in questo
modo si caratterizzano e si riconoscono gli occhi delle persone, senza contare
l’effetto estetico dovuto alle sopracciglia e al rapporto con le parti circostanti
del viso.
La cornea è una membrana fibrosa trasparente
circolare disposta come un coperchio di vetro sull’iride – il disco colorato dell’occhio
con al centro il foro pupillare – e per questo paragonata a un vetrino di
orologio.
Alcuni autori di trame e sceneggiature aggiungono
l’errore di motivare il trapianto della cornea, ossia della parte più esterna
del segmento anteriore dell’occhio, con una malattia della retina come la
retinite pigmentosa. In realtà, il trapianto di cornea si effettua per malattie,
come il cheratocono, che ne alterano la regolarità e la trasparenza necessarie
alla funzione di mezzo diottrico. Facciamo due esempi: uno americano e l’altro
italiano.
Nella serie televisiva “Monk” (Detective
Monk), peraltro interpretata da bravissimi attori su sceneggiature che non
di rado presentano spunti geniali, il protagonista dopo aver visto di sfuggita
una tassista rimane ossessionato dai suoi occhi per tutto l’episodio, al
termine del quale scopre che la donna aveva ricevuto le cornee donate da sua
moglie. Con un trapianto di cornea la tassista non poteva avere gli “occhi di sua
moglie”.
In un film dal dichiarato intento comico
(Amore a prima vista), un giovane interpretato da Vincenzo Salemme
riceve un trapianto di cornea dalla moglie deceduta di un maggiore dei
carabinieri, interpretato da Maurizio Casagrande. Quando il maggiore incontra
il giovane in un parco se ne innamora a prima vista; si fa intendere che l’innamoramento
sia dovuto al riconoscimento degli occhi di sua moglie. Qui gli autori si salvano
nel finale, in cui lo spettatore scopre che tutto il film che ha visto non è
altro che un sogno fatto dal protagonista subito dopo aver ricevuto il
trapianto. [BM&L-Italia, gennaio 2024].
Come consolidare nella cultura di massa
atteggiamenti mentali da ignoranti irriflessivi.
Il titolo di questa notula è volutamente provocatorio, in riferimento al modo
martellante con cui idee false, erronee o puerili, nozioni sbagliate, credenze
sottoculturali e paradigmi grossolanamente inadeguati per affrontare realtà
esistenziali indagate da millenni, si impongono e si stampano nella mente delle
masse sottoposte al bombardamento mediatico. Abbiamo altre volte notato che accade,
ad esempio, che moltitudini di persone siano – come si dice oggi – “acusticamente
esposte” molte volte al giorno per molti anni a messaggi pubblicitari che
contengono strafalcioni linguistici, scientifici o concettuali, così da apprendere
e fare propri quegli errori dovuti all’ignoranza degli autori. In altri casi
abbiamo rilevato la presenza insistita di convinzioni erronee, letteralmente da
analfabeti, su questioni che riguardano la salute, le competenze professionali
e alcune realtà fondamentali di vari campi dell’esperienza umana, quali
costanti da oltre trent’anni in copioni cinematografici italiani. Ora vogliamo
affrontare, sia pur brevemente nello stile delle “notule”, e con un solo
esempio, un caso specifico, che consiste nel trattare la questione religiosa
come l’esistenza della possibilità di inventare trame e idee che fanno presa
allo scopo di creare suggestioni che aiutino a vivere allontanandosi dalla
realtà.
L’esempio è quello della trama del film
del 2018 dal titolo Io c’è. Si va oltre il considerare le grandi religioni
alla stregua di un pensiero superstizioso[2]
– ossia un anacronismo noetico conservato per ignoranza e suggestione – e le si
considera un totale arbitrio, presupponendo che Dio non esista, che tutti gli
spettatori ne siano convinti, e che non abbiamo mai fatto riflessioni sulla
questione, letto saggi e nemmeno studiato quanto sull’argomento è proposto dai
programmi scolastici. Il film è un bell’esempio di presunzione dell’ignoranza
nell’ignoranza della presunzione.
In estrema sintesi la trama narra di un
proprietario di un bed and breakfast sull’orlo del fallimento che, per
non pagare le tasse e risollevare le sorti della sua impresa commerciale, si
inventa una religione, lo “Ionismo”, di cui è naturalmente egli stesso il
profeta, che attrae seguaci imbonendoli con l’idea che ciascuna persona è Dio.
Neanche a dirlo, la nuova religione ha grande presa e fa successo; ma, quando l’inventore
vuol tornare indietro confessando di aver frodato gli adepti, questi non vogliono
credergli e preferiscono per convenienza psicologica rimanere saldi nelle loro
convinzioni.
La prospettiva degli autori è
chiaramente ribadita in una scena da un giudice di un tribunale che afferma,
rivolgendosi agli spettatori: “Le religioni sono tutte uguali”.
In altri termini: la religione è sempre
e solo una questione formale di gestione legale, i contenuti, la cultura e la
storia non contano nulla: siamo tutti nati ieri, siamo rimasti analfabeti e siamo
troppo pigri per pensare e desiderare di conoscere. L’elenco di peculiarità di
ciascuna religione sarebbe lungo, ma ci si può fermare anche a due elementi di
una sola: si deve ignorare che una religione, il cristianesimo, ha donato a
tutto il mondo il modo di misurare il tempo (a.C./d.C., i calendari, ecc.), che
l’entrata nel Diritto Romano del cristianesimo attraverso i Codici Giustinianei
ha stabilito dei principi di diritto seguiti oggi in tutto il mondo,
indipendentemente dalla cultura e dalle tradizioni? Evidentemente sì.
Alla fine del film, gli autori
proclamano il loro messaggio attraverso queste parole che il protagonista
rivolge al pubblico:
“Le religioni sono come le storie che ci
raccontavano da bambini: non è importante che siano vere o false, ma è
importante che ci facciano addormentare sereni”.
Il pensiero religioso, prima e insieme
col pensiero filosofico, facendo cultura attraverso ogni forma d’arte e
strumento letterario, ha contribuito ad edificare le civiltà e strutturare le
coscienze; in molti casi ha creato una coerenza diacronica nella finalità dell’esistenza
che è andata avanti per generazioni e, in qualche caso, per millenni: non solo
il singolo uomo non ha legato il senso della propria vita a fini personali da
perseguire negli anni della propria esistenza, e lo ha trasceso riferendosi all’assoluto
e all’eterno divino, ma popoli interi, attraverso i secoli, grazie al pensiero
religioso hanno realizzato quegli straordinari progetti antropologici, prima
che culturali, che caratterizzano la storia umana. [BM&L-Italia, gennaio 2024].
Notule
BM&L-27 gennaio 2024
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La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International
Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come
organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Gli uccelli ginandromorfi
descritti in passato non appartenevano alla famiglia dei Traupidi.
[2] Furono i Romani antichi a
coniare il termine latino “superstitio” per designare
tutte le credenze che andavano oltre la religione e, dunque, erano prive di una
radice antropologica, culturale, storica, affermatasi nei secoli.